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Posted by on Apr 25, 2013 in BioArchitettura | 0 comments

La BioArchitettura

La BioArchitettura

Tanti modi per progettare sano nel rispetto dell’ambiente, non sprecando le risorse del pianeta, migliorando la salute dell’uomo.

Per riuscire ad intervenire sul territorio, sulla città, sull’edificio in modo rispettoso, senza calpestare le esigenze dell’uomo in sintonia con la natura, si sta consolidando una nuova branca dell’architettura: la Bioarchitettura, che guarda all’ambiente ed all’uomo con metodologie ed interventi che consentono di controllare le possibili conseguenze negative di un progetto, permettendo uno sviluppo edilizio architettonico consapevole e sostenibile.

Consapevole per migliorare il livello di vita dell’uomo non a scapito della natura (perché migliorare significa anche avere città meno inquinate, abitazioni più confortevoli, mare pulito, paesaggi limpidi da osservare, più verde e meno cemento) e sostenibile affinché le prossime generazioni abbiano un futuro accettabile, conseguenza di una modifica dell’atteggiamento attuale nei confronti dell’ambiente.

Ovviamente sviluppo significa anche ricerca che possa arrivare a nuove tecnologie, portare nuove tecniche e materiali, per un futuro più sano.

Bioarchitettura è una forma di cultura che presta più attenzione allo sviluppo, alla ricerca, per guardare il futuro tenendo conto del passato, del recupero di tecniche antiche che, collaudate negli anni ed arricchite di esperienza, spesso addirittura più economiche perché usano materiali naturali e recuperabili in loco, ma Bioarchitettura è anche, semplicemente, buona architettura.

Attualmente la Bioarchitettura inizia ad avere una maggiore diffusione culturale per il diverso approccio ai vari problemi rimasti insoluti nell’architettura e nell’urbanistica in questi ultimi decenni e, contemporaneamente, perché consente una profonda riflessione in quanto non è gravata dalla necessità di trovare soluzioni rapide.

Saper vedere la realtà in modo nuovo permette di valutare le scelte prima che vengano definite, giustificandone la necessaria e continua ricerca che le caratterizza.

La Bioarchitettura è oggi in grado di proporre soluzioni ai problemi che affliggono le nostre abitazioni, i nostri quartieri, le nostre città, il nostro territorio ed il nostro vivere.

I temi che richiedono di essere valutati e risolti urgentemente e con opportune rif1essioni ,sono molteplici ma occorre applicarli in modo nuovo, valido, considerando quanti più lati possibili, affinché non venga presa esclusivamente in riferimento la valutazione costi-benefici tradizionale ma soprattutto la salute, l’ambiente e le risorse, che si tende a sottovalutare in quanto beni difficilmente quantificabi1i dal punto di vista economico.

In passato sono stati privilegiati l’uso del mezzo privato rispetto alle politiche di sviluppo del trasporto pubblico, le bretelle autostradali non necessarie rispetto ai movimenti di massa prevalenti, la politica preferenziale del trasporto gommato rispetto a quello ferroviario, come non sono state effettuate le verifiche di fattibi1ità economica o le valutazioni di impatto ambientale per grossi complessi industriali e residenziali fino ad arrivare a scelte pianificatorie ingiustificate con conseguenze disastrose per l’ambiente e per l’uomo.

Tutto ciò va a sommarsi ai disboscamenti selvaggi, alla cementificazione degli argini e delle fasce costiere, agli sventramenti di montagne ed alla cattiva gestione di cave che hanno causato frane, inondazioni, rischi di estinzione di essenze arboree. L’uomo è colpevole per ciò che ha fatto, per quel che ha distrutto e per quanto non ha previsto.

Una questione importante da affrontare è quella delle grandi città.

Cosa vogliamo dopo la metropoli? Cosa ci sarà oltre la metropoli?

Se le grandi città continuano ad espandersi diventeranno invivibili e si dovrà ricorrere a macroingegnerie per “inscatolare” milioni di abitanti in uniche costruzioni con il risultato , di ottenere elementi senza identità.

Il continuo espandersi dei centri urbani ha creato interi quartieri fantasma, periferie anomale, cementificazione selvaggia, abbandono del territorio e degrado dei centri storici.

Dobbiamo avere il coraggio e la capacità di effettuare ristrutturazioni valide, ma anche demolizioni dove necessario, prendere atto del fallimento della maggioranza dei PRG e magari ripensare all’utopica città ex-novo, pensate con il loro giusto centro e periferia,dimensionate opportunamente, con aree verdi e servizi, per garantire il giusto sviluppo funzionale e socio economico.

La formazione di eco-piani che individuino tematiche diverse oltre che fornire semplici norme, incentrati su approcci a misura d’uomo, che perseguano obiettivi compatibili con ciò che è la natura e l’ambiente.

Nei centri storici, attualmente, vige una normativa unica che generalizza senza tener presente le varie situazioni; questo uniformare gli interventi, le tecniche, i materiali indipendentemente dai luoghi, dalle tradizioni, dalle vocazioni, dalle condizioni climatiche ci trova in disaccordo.

Già Vitruvio ha affermato che si costruisce in maniera diversa a Roma ed a Ponto e, aggiungiamo noi, la cosa è inevitabile, proprio per le caratteristiche dei luoghi; le tradizioni, i materiali presenti in loco, le condizioni climatiche, le maestranze a disposizione.

La creazione di eco-piani di risanamento territoriale permetterebbe di prevedere quelle direttive di conservazione e gestione necessarie al luogo, sia per quanto riguarda il costruito, i beni architettonici che per quanto relativo all’ambiente naturale, che chiede solo di ,essere valorizzato e che altrimenti potrebbe essere sacrificato alla speculazione.

Tutti conoscono l’importanza di un bosco, una pineta, una spiaggia naturale ed è per ciò che bisogna promuovere pianificazioni che permettano di “progettare” anche la conservazione e la difesa, agevolando i ritmi temporali naturali, ovvero una pianificazione che cammini a fianco della natura.

Spesso le pianificazioni non hanno validi programmi di sviluppo e l’evidenza di ciò è data dalla costruzione di migliaia di vani utilizzati solo per tre mesi all’anno e chiusi per i restanti perché scomodi o lontani dai centri. Non ha senso vivere male in un caseggiato per poi necessitare di una seconda casa al mare ed in montagna per recuperare le energie.

La Bioarchitettura mira ad una pianificazione e progettazione globale, per affrontare i problemi nella loro totalità, fornendo garanzie sia all’uomo che all’ambiente a livello di prevenzione sismica: studiando abitazioni capaci di resistere alle scosse telluriche; di prevenzione dall’inquinamento indoor: analizzando materiali, tecniche e recuperando, quando possibile, la tradizione; trovando soluzioni al crescente problema della salificazione delle falde acquifere o all’insufficienza delle stesse ed allo sfruttamento del sottosuolo per particolari insediamenti ma anche sviluppando tecnologie per l’uso,di fonti energetiche pulite.

Bioarchitettura per migliorare il rapporto Uomo-Natura, deteriorato dal sistema industriale, per non restituire i rifiuti del metabolismo alle città che hanno rapinato quanto necessario, alterandone i vincoli ambientali, per trovare il giusto equilibrio tra ecologia e sviluppo, qualità della vita ed economia, per intendere e vivere i problemi progettuali della casa, della città e del territorio in modo nuovo.

Bioarchitettura come sinonimo di ricerca a 360 ma soprattutto nelle Università, attualmente fuori tempo poiché vivono di riflesso e non sempre propongono soluzioni utili a risolvere i problemi urbanistico – ambientali.

Bioarchitettura soprattutto per riorganizzare le città, individuando magari parametri diversi da quelli usati attualmente, creando una pianificazione ecologica a salvaguardia dell’ambiente.

Bioarchitettura come tecnologia innovativa, ma valida e sana, operata attraverso l’osservazione dei materiali da impiegare, la sicurezza, ma senza accettare qualunque innovazione solo perché “moderna” o di facile applicazione.

Bioarchitettura per intervenire nell’architettura e nell’urbanistica come non si è fatto ci non si potuto fare nell’ultimo secolo.

Architetto Beatrice Bongiovanni via M.M.Panzeri 8 Agrate Brianza (MI) – Tel: 039 6091024 – e–mail : arch.bongiovanni@libero.it – Sito Web : www.architettobongiovanni.it

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